Logistica sostenibile: certifica la misurazione delle emissioni di CO₂ con CO2rate

Calcolo delle emissioni di co2

La logistica sostenibile è diventata una priorità: a partire dal 1° gennaio 2025, le normative europee impongono requisiti stringenti per la misurazione, rendicontazione e comunicazione delle emissioni di CO₂ generate dal trasporto delle merci. L'obiettivo è la neutralità climatica entro il 2050, in linea con il Green Deal europeo.

In un contesto, come quello della Supply Chain, dove le richieste di maggiore sostenibilità sono sempre più insistenti e le normative europee (CSRD, EU ETS, Green Deal) diventano sempre più stringenti, è fondamentale adottare sistemi avanzati per la misurazione delle emissioni di CO₂ e la rendicontazione degli sforzi aziendali in ottica green.

CO2rate di Leviahub, in combinazione con i moduli gestionali dedicati a spedizioni e trasporti, rappresenta la soluzione ideale per:

  • gestire in modo efficace le emissioni di CO₂ del trasporto merci, rispettando le normative europee;
  • ottimizzare i processi di green logistics, integrandoli nei flussi operativi;
  • ottenere un vantaggio competitivo grazie a un posizionamento “green” certificato.

Le normative europee e gli obblighi di trasparenza

Il Green Deal e le normative europee impongono una trasformazione profonda: le aziende devono dimostrare con dati oggettivi le proprie emissioni di CO₂, grazie a strumenti certificati come CO2rate.

La combinazione di digitalizzazione e logistica sostenibile è oggi una leva competitiva e uno strumento per la conformità normativa.

Direttiva CSRD e obbligo di rendicontazione

La Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è stata recepita in Italia tramite due Decreti Legislativi, con l’obiettivo di uniformare i dati per una maggiore trasparenza e comparabilità delle performance ambientali:  

  • Decreto Legislativo 6 settembre 2024, n. 125: introduce l'obbligo di rendicontazione di sostenibilità, estendendo l'ambito di applicazione a tutte le grandi imprese e alle PMI quotate, ad esclusione delle microimprese. Richiede informazioni dettagliate su strategia, governance, politiche ESG e impatti ambientali, adottando gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) e introducendo l'obbligo di assurance limitata per la verifica delle informazioni.
  • Decreto Legislativo 10 settembre 2024, n. 147: modifica la normativa nazionale sul sistema di scambio di quote di emissione, estendendo l'ambito di applicazione al trasporto marittimo e rafforzando le disposizioni per il trasporto aereo.

Sistema EU ETS e trasporto merci

Il sistema EU ETS, sistema europeo di scambio di quote di emissione, già introdotto nel 2005, è stato rafforzato e modificato in Italia dal Decreto Legislativo 10 settembre 2024, n. 147 per includere nuovi settori come il trasporto marittimo e stradale (tramite il Comitato ETS 2).  

Misurazioni accurate delle emissioni diventano indispensabili per operare in un contesto di logistica sostenibile certificata.

Il calcolo delle emissioni di CO₂ nel trasporto merci

Il calcolo delle emissioni di CO₂ dei mezzi di trasporto diventa uno strumento fondamentale per:

  • comparare le performance ambientali tra modalità di trasporto differenti come gomma, ferrovia, nave e aereo;
  • calcolare con precisione l’impronta di carbonio di ogni trasporto merci;
  • supportare decisioni strategiche in tema di green logistics, selezionando mezzi con minori emissioni di CO₂ per migliorare la sostenibilità della Supply Chain.

Standard ufficiali per il calcolo delle emissioni di CO₂ nel trasporto merci

Il calcolo delle emissioni di CO₂ nel trasporto merci richiede l’adozione di standard riconosciuti a livello internazionale. Tra questi, lo standard ISO 14083:2023, il GHG Protocol e il GLEC Framework rappresentano i principali riferimenti normativi.

Questi strumenti si basano su quattro principi fondamentali: tracciabilità, verificabilità, trasparenza e ripetibilità dei dati (ID univoco del viaggio, località di carico e scarico, modalità di trasporto, tipo di veicolo, peso caricato). L’obiettivo è garantire una misurazione accurata e certificata dell’impronta di carbonio lungo tutta la filiera logistica.

Le aziende che operano nel trasporto merci su scala devono quindi raccogliere e trasmettere dati sulle emissioni di CO₂ in formato certificato ai propri clienti, affinché questi possano integrarli nei bilanci di sostenibilità aziendali e rispettare i requisiti delle normative europee in materia ambientale.

CO2rate di Leviahub: misurazione delle emissioni di CO₂ in tempo reale

CO2rate di Leviahub è uno strumento avanzato per il calcolo delle emissioni di CO₂, che consente di abbandonare metodi manuali a favore di soluzioni digitali integrate e certificate.  

Vantaggi di CO2rate di Leviahub

Integrare CO2rate, il Software per la misurazione delle emissioni di CO₂ sviluppato da Leviahub, all’interno dei processi della Supply Chain permette di godere di alcuni considerevoli vantaggi competitivi sul mercato:

  • misurazione in tempo reale delle emissioni di ogni singolo viaggio o spedizione;
  • archiviazione dei dati sicura e trasparente;
  • conformità agli standard GHG, ISO 14083 e GLEC;
  • generazione di report certificati, indispensabili per la redazione del bilancio di sostenibilità, rafforzando il posizionamento aziendale come “green brand”;
  • adeguamento completo alle normative europee (CSRD, EU ETS, Green Deal);
  • certificazione credibile delle emissioni di CO₂ per migliorare il ritorno sugli investimenti in attività di ESG e di costruzione reputazionale;
  • supporto strategico allo sviluppo di processi di logistica sostenibile, con dati precisi, verificabili e facilmente comunicabili.

Perché scegliere Leviahub e CO2rate?

Il Software per il calcolo delle emissioni di carbonio CO2rate assicura alla tua azienda di trasporto:

  • precisione: rende disponibili dati di emissione in tempo reale, categorizzati secondo standard internazionali;
  • affidabilità: genera report certificati, utilizzabili per gli audit di sostenibilità e pronti per la rendicontazione;
  • automazione: la trasmissione e l’archiviazione istantanea dei dati assicura zero errori;
  • sostenibilità: miglioramento dell’impatto ambientale e del profilo ESG aziendale.

CO₂ nel trasporto merci: domande e risposte

1. Quali nuove normative europee stanno influenzando il settore del trasporto merci in relazione alle emissioni di CO₂?

A partire dal 1° gennaio 2025, le aziende che operano nel settore del trasporto merci sono soggette a nuovi obblighi normativi europei. Questi obblighi, che rientrano nel contesto più ampio delle politiche climatiche europee per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, riguardano la misurazione, la rendicontazione e la comunicazione delle emissioni di CO₂ generate dalle attività di trasporto. Queste normative si basano sulla Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e sul potenziamento dell'EU ETS (Emissions Trading System). In Italia, la CSRD è stata recepita attraverso i Decreti Legislativi 6 settembre 2024, n. 125, e 10 settembre 2024, n. 147.

2. Che cos'è la Direttiva CSRD e quali sono i suoi obiettivi principali?

La Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) è stata approvata dall'Unione Europea a novembre 2022 con l'obiettivo di rafforzare gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità da parte delle imprese. Rappresenta un'evoluzione della precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD), mirando ad aumentare la trasparenza e la comparabilità dei dati di sostenibilità e a rafforzare le informazioni non finanziarie rese disponibili agli stakeholder. La direttiva impone alle aziende di misurare e dichiarare le emissioni di gas serra, inclusa la CO₂, in conformità con gli standard GHG Protocol.

3. Come vengono classificate le emissioni di gas serra secondo il GHG Protocol?

Il GHG Protocol (Greenhouse Gas Protocol) è lo standard internazionale più utilizzato per misurare, gestire e comunicare le emissioni di gas serra. Suddivide le emissioni in tre categorie principali:

  • scope 1: emissioni dirette da fonti possedute o controllate dall'organizzazione (es. carburante dei mezzi di trasporto aziendali);
  • scope 2: emissioni indirette derivanti dal consumo di energia acquistata (es. elettricità);
  • scope 3: altre emissioni indirette derivanti da attività esterne lungo la catena del valore (es. trasporto conto terzi, imballaggi, uffici).

4. Quali aziende sono interessate dai nuovi obblighi della Direttiva CSRD in Italia e con quali tempistiche?

Inizialmente, in Italia, i nuovi obblighi introdotti dalla Direttiva CSRD riguardano le società già obbligate a redigere una Dichiarazione non finanziaria secondo la Direttiva NFRD e le grandi imprese con oltre 1000 dipendenti o un bilancio superiore a 25 milioni di euro o un fatturato superiore a 50 milioni di euro. A partire dal 2026, gli obblighi saranno progressivamente estesi a:

  • imprese con oltre 250 dipendenti;
  • piccole e medie imprese (PMI) quotate nei mercati regolamentati dell'UE (con possibilità di opt-out fino al 2028 e standard semplificati);
  • imprese extra-UE con almeno una filiale nell'UE che hanno generato più di 150 milioni di euro nell'Unione Europea negli ultimi due anni.

5. Quali standard di riferimento e principi di calcolo devono essere seguiti per la misurazione delle emissioni di CO₂?

Per la misurazione delle emissioni di gas serra nei trasporti, si deve fare riferimento allo standard ISO 14083:2023. I principi fondamentali che devono essere rispettati includono:

  • tracciabilità: ogni calcolo deve avere un ID identificativo univoco;
  • verificabilità: i dati devono essere dimostrabili a terze parti (clienti, enti, ecc.);
  • trasparenza: deve essere disponibile una documentazione completa delle fonti, delle assunzioni e dei fattori di emissione;
  • ripetibilità: i calcoli devono poter essere riesaminati a distanza di tempo o da un revisore indipendente ottenendo gli stessi risultati.

6. Quali dati minimi sono richiesti per il calcolo delle emissioni di CO₂ per ogni attività di trasporto?

Ogni attività di trasporto (spedizione o viaggio) deve essere corredata da una serie di dati minimi obbligatori per il calcolo delle emissioni di CO₂, tra i quali:

  • identificativo univoco: il codice specifico della missione;
  • località di partenza e arrivo: necessarie per determinare le distanze percorse;
  • modalità di trasporto: la tipologia di trasporto prevalente (es. stradale, aereo, marittimo);
  • mezzo di trasporto: tipologia dettagliata del veicolo utilizzato;
  • peso trasportato: il peso totale della merce trasportata.

7. Come possono le aziende adeguarsi alle nuove normative sul calcolo delle emissioni di CO₂ e quali strumenti sono disponibili?

Per adeguarsi alle nuove normative, le aziende devono dotarsi di sistemi IT e gestionali in grado di raccogliere accuratamente i dati dalle spedizioni, calcolare automaticamente le emissioni e generare certificati annuali di emissione per i clienti.  

Strumenti come CO2rate di Leviahub sono stati sviluppati per misurare in tempo reale le emissioni di CO₂, tracciare i dati in modo trasparente, certificarli per i clienti e generare report ESG dettagliati, garantendo la conformità agli standard come GHG, ISO 14083 e GLEC. Questo permette di superare i limiti di soluzioni manuali non più adeguate ai requisiti normativi.

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